Padre Giovanni Aquaro, camilliano fino alle fine.

Testo completo preso dai padri camilliani.

Il carissimo P. Giovani che ieri [nr. 20 novembre] è tornato alla casa del Padre, ci ha dato una grande testimonianza. E' consuetudine nel nostro Ordine scrivere il necrologio del confratello defunto e inviarlo a tutte le comunità camilliane del mondo affinché si preghi.
Padre Giovanni ha scritto lui stesso il suo necrologico dove traspare una grande fede...e una grande umanità! Grazie!

Carissimi  confratelli,

Il giorno 20 novembre 2016 ho varcato la soglia del tempo e sono entrato nella dimensione ultima in attesa  dei cieli nuovi e della terra nuova. Avrei voluto restare ancora un po’ con voi. Sappiamo però che i disegni di Dio sono differenti da quelli degli uomini.  
Quando mi è arrivata la chiamata per l‘ultimo viaggio mi sono scoperto più fragile di quanto potessi immaginare. Eppure in quarant'anni di ministero sacerdotale tra i malati quante volte ho consolato, sostenuto, accompagnato i miei fratelli nella difficile stagione della malattia. Ora, caro Giovanni mi ripetevo, è la mia ora. Ora e solo ora trovano veridicità le parole che ad altri rivolgevo con tanta enfasi spirituale e sicurezza pastorale. Ora bisogna prepararsi per lo sbarco finale. Pur con interiore tumulto mi uscivano dal cuore e dalle labbra versi del salterio: Signore davanti a te ogni mio desiderio di bene e di guarigione. In te spero! Non abbandonarmi, da me non stare lontano: non posso e non voglio consumarmi in una ribellione o in una fuga, ma compiere questa mia povera vita dentro un Sì, già detto, sempre confermato, mai annullato. Nonostante i lati oscuri. Quindi di gratitudine: per il dono della vita, ricevuta per un Sì dei miei genitori, per il dono della fede alimento e sostegno nei miei giorni, per avermi chiamato, senza alcun merito, alla sua sequela a dispensar la sua misericordia e la sua grazia tra gli infermi, che di Lui sono immagine. Spero -come ci ha benedetto S. Camillo- che almeno una lacrima di questi poverelli possa accompagnarmi davanti all'Eterno. 
Secondo di quattro figli, sono nato a Martina Franca (TA) gli 11.06 1945 da papà Giuseppe e mamma Mola Maria. Terminate le scuole primarie mi riscontrano un’opacità polmonare per cui si rende necessario un ricovero in uno dei tanti Preventorii sorti in Italia nel dopo guerra. Per me il luogo designato è Villa Buon Respiro tra i monti Cimini (VT), gestito dai Camillini (sic!). E’ il ricovero che mi ha cambiato la vita: qui ho conosciuto la mia nuova famiglia: i Camilliani. Ristabilito e guadagnato il consenso dei genitori, del parroco e perfino del Vescovo (tutto per iscritto), eccomi a Villa Sacra Famiglia (Roma). E’ il 19 agosto 1959. Nel 1963 noviziato, in parte a Loreto quindi Costalpino (SI), terra dove il sì suona. Ottobre 1964 prima professione, ritorno a Roma e prosieguo percorso filosofico-teologico alla Gregoriana. Il buon camillino -enfasi del tempo- è richiesto essere abile in arti e mestieri. Il motto era: oportet haec facere et illa non omittere. Dove nell’ o-mittere… da parte c’era lo studio. Insomma tra un taglio di capelli, un locale da pitturare, una performance da esibire e una sbirciata ai libri eccomi alla professione perpetua: è il 19 marzo 1971. Diacono l’8 dicembre del medesimo anno e il Sacerdozio il 20 MAGGIO 1972. Pochi giorni e via all’Ospedale S. Giovanni di Roma: Cappellano. L’Ospedale San Giovanni -saprò in seguito- era ed è a tutt’oggi la comunità più longeva per continuità di presenza pastorale camilliana, impreziosita dal passaggio del Beato Luigi Tezza e definita dal Vanti una Comunità d’oro. Due anni al San Giovanni, a seguire ventuno all’Ospedale S. Camillo, di nuovo al S. Giovanni per altri ventuno (con una breve pausa in Parrocchia San Camillo). Cappellano a vita. Contento. Sì veramente contento di aver speso la mia vita in questo ministero. L’ho amato, sostenuto anche da confratelli straordinari, taluni veri maestri. Le condizioni meteo-comunità, talvolta, hanno registrato venti forti con qualche rovescio temporalesco, ma prima di ogni tramonto tornava il sereno.
Ho avuto l’opportunità di viaggiare molto. Con il Clero di Roma abbiamo pellegrinato per tutto il Medio Oriente: esperienze bibliche indimenticabili. Preziose anche le “esperienze pastorali di sostegno” in paesi come il Cile, il Kenia, il Burkina, l’Indonesia. Un viaggio straordinario è stato l’aver portato il Cuore di S. Camillo in Perù: un onore e una grazia.
Un altro viaggio, programmato da Colui che move il sole e l’altre stelle, era all'orizzonte. E’ il 28 dicembre 2010: Adenocarcinoma prostatico con linfonodi sparsi. Oggi 2016 sono ancora qui. Altro tempo mi sarà dato? Chissà!
Finora ho avuto un percorso terapeutico complesso e stressante: prelievi a go-go, Chemio, Radio, Ecografie, TAC, RMN, PET, Scintigrafie e tanti farmaci, tanti e costosi e taluni costosissimi benché esenti ticket. Il tutto per tenere a bada dei linfonodi impazziti. Ora diminuiscono e la speranza sale, ora crescono e il silenzio scende. Un PSA molto capriccioso e poco petaloso dirige i linfonodi impazziti, danzanti. La danza dei linfonodi, di Giovanni Aquaro. Bel titolo, affascinante. Linfonodi latero-cervicali, epi-aortici, lombo-aortici, para-cavali, iliaci, inguinali. 
E’ un incanto osservarli al monitor muoversi con eleganza e armonia. Pare danzino cantando con me:

Cosa resterà di me, di noi ?

Un canto di allodole
su su…
verso gli alti silenzi
dove i nostri sguardi
si incontreranno
per continuare
a danzare 
al ritmo dell’eternità!
PS. Grazie per avermi voluto bene.
Giovanni Aquaro




Il 20 di novembre si è chiusa la Porta Santa del Giubileo e si è spalancata la porta del Paradiso per padre Giovanni che ha vissuto prodigando misericordia, grazie carissimo padre! dal Cielo intercede per tutti noi.

Commenti

  1. Un caro amico, più che Amico un fratello.
    Fratello al quale auspico di riposare nella gloria di Cristo nostro Signore.
    Ti abbraccio caramente Giovanni.
    Giancarlo Lori

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