Curare e prendersi cura

Il curare consiste nel rimuovere la causa di un disturbo o di una malattia, nell'interrompere radicalmente o nel sovvertire il decorso naturale di una infermità; nei casi in cui non è possibile la guarigione, il curare mira ad alleviare il disaggio del paziente attraverso tecniche miranti soprattutto alla sedazione del dolore. L'espressione prendersi cura, invece, esprime il coinvolgimento personale dell'operatore sanitario, che si manifesta attraverso la premura, il sostegno emotivo e, in molti casi, la compassione, intesa nel suo senso forte di partecipazione al vissuto del malato. Occorre anche quel piccolo di più che è l'amore - da non identificare unicamente con atteggiamenti sentimentali - che va oltre la necessaria osservanza della giustizia per raggiungere la persona. Accostarsi alle persone con un atteggiamento di partecipazione piuttosto che di distacco, di sintonia e di compassione piuttosto che di razionalità astratta. Una voce diversa, voce che ribadisce la primarietà della persona, la sua singolarità, in quanto chiede di essere presa in considerazione per se stessa. Una voce differente, che non è fuori di noi (Eric Fromm), è una risorsa presente nel nostro cuore. Da mantenere viva.
Dobbiamo coltivare la sensibilità verso le persone che incontriamo, fare l'impegno di superare la fretta, la superficialità e l'indiferenza, sapendo unire armoniosamente, nell'esercizio quotidiano, competenza e amore.
Tratto liberamente di: Rivista Missione Salute anno XXV - N.2 Marzo Aprile 2012. Articolo "Curare e prendersi cura" Angelo Brusco

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